Quando ci trovavamo in Sala grande
L’ultima cena all’hotel Europa nella sala al primo piano, storica, iconica, evocativa, perfino malinconica ma – anche - tante volte esaltante: si è consumata l’altra sera, forse non casualmente con la visita del governatore. I lavori di ristrutturazione della proprietà da poco entrata esigono cose nuove e noi ci adatteremo; scenderemo di un piano dove troveremo altrettanta professionalità e calore. Già, il calore: quello che per decenni hanno trasmesso ai rotariani la signora Rebecca, sua figlia Cristina e il marito Gianmario, naturalmente supportati da schiere di collaboratori fra cui l’indimenticabile Luigi. Uno alla volta, questi protagonisti della ristorazione (della convivialità nel senso più ampio) ci hanno lasciato confermando – ma non ce n’è bisogno… - che il tempo passa inesorabilmente. Però attenzione: i ricordi sono cosa viva e allora sia collettivamente che individualmente i rotariani di Cento contano mille momenti felici incasellati, anzi riposti gelosamente e con affetto, nel cassetto della memoria. In quella storica sala si sono succeduti innumerevoli passaggi delle consegne dello “scettro” di presidente; con essi altrettante “feste degli auguri” tutte diverse l’una dall’altra ma sempre eleganti a cominciare – mi dicono – da quelle degli anni ’60 quando i soci erano in…uniforme nera e le signore rigorosamente in abito lungo (anche oggi, spesso, in verità…). Qui – posso dirlo – svettava Mario Govi, biancovestito, dal portamento inimitabile, uscito dai migliori film anni ’30. E che dire delle innumerevoli serate, caminetti e conviviali? Ne sono state fatte, a occhio, un paio di migliaia. Famosi e meno famosi i protagonisti e davanti a loro generazioni di rotariani e consorti. Personalmente ricordo, fra le millanta, quella letteraria con Giorgio Bassani e Fulvio Tomizza.
Ho definito la sala “evocativa”: ad esempio dell’ingresso delle donne del club; quando nei primi anni ’90 ci venne chiesto da Evanston di esprimerci sul tema; contrariamente a quanto molti pensavano, il risultato del sondaggio fu unanimemente positivo. Non era scontato, all’epoca: pensate che nel club di Ferrara (e altrove) ci fu chi si dimise per un’analoga decisione assunta dal suo club. Altri tempi. Per fortuna. Fu così che Gianna Fantozzi entrò e quasi subito divenne la prima segretaria di club nella storia del Distretto e la seconda d’Italia (ma sì, lo voglio ricordare: il suo presidente ero io…). Già, io: giovanissimo e un po’ in soggezione, entrai in una fredda sera di novembre, metà anni ’80, spillato dal governatore Pasquali, presidente Giorgio Diozzi, un signore. Ero di gran lunga il più giovane della brigata rotariana e Cristina sembrava la nipote dei soci. Il tavolo di presidenza non era in fondo come ora, ma sul lato sinistro.
In sala arriverà anche, come governatore, l’indimenticabile Franco Zarri, primo e unico del nostro club a ricoprire quell’incarico; al suo fianco il rappresentante del Governatore, un altro grande e indimenticabile: Marcello Ludergnani.
E poi, quanti altri governatori hanno parlato nella sala? Quante promesse e quante sollecitazioni? E – soprattutto – quante risposte del club fatte di service e dunque di vicinanza attiva al territorio e a questa nostra meravigliosa comunità?
La ruota insomma gira, inesorabilmente e giustamente, macinando storie, desideri, progetti, illusioni ma anche cementando valori e amicizia, voglia di Bene comune e di crescita personale, scoprendo cose nuove e aprendo la mente e il cuore a ciò che verrà. Alberto Lazzarini