Il governo delle tecnologie “supera l’aspetto economico” e va ad inserirsi “in uno scenario geopolitico inedito” e caratterizzato, in Occidente, “dal degrado della democrazia liberale”. Lo ha detto il vicepresidente della Regione Emilia- Romagna Vincenzo Colla in apertura del bel convegno promosso e organizzato, l’altra sera a Casadio di Argelato, dal Rotary San Giorgio di Piano in collaborazione con i club di Cento, Bologna sud ed Eclub 2072. Vasta la platea con una buona rappresentanza del nostro club guidato dal presidente Luca Bergonzini; è intervenuto il vicepresidente di Confindustria Emilia Centro Andrea Pizzardi.
Le tecnologie, ha aggiunto Colla, devono essere a disposizione della persona e non viceversa. Quindi tecnologia e umanesimo non possono che procedere di pari passo “Proprio come dice papa Leone che a breve, su questo tema, presenterà la sua prima enciclica”. E’ insomma sempre più pressante la necessità di comprendere bene l’origine e la gestione dei sistemi più evoluti dei dati. C’è di mezzo nientemeno che la libertà.
Che il mondo stia cambiando – e rapidamente – lo ha confermato, numeri alla mano, Gianluigi Zaina vicepresidente della Piccola industria di Confindustria, che ha ricordato come la classifica mondiale delle aziende trovi ai primi posti quelle attive nei settori “tecnologia e digitale” superando i comparti più tradizionali. Si sta dunque passando dal “capitalismo mercantile” a quello “dei desideri, della volontà”. Di fronte a tutto questo non ci si può opporre ma occorre cavalcare il fenomeno anche se scontiamo (l’Europa e l’Italia) forti ritardi sia sul fronte digitale che su quello dell’intelligenza artificiale. Un esempio? Il nostro paese utilizza un quinto dei robot della Corea del sud, meno della metà della Cina. La scolarizzazione, sempre in campo digitale, ci vede in coda alla graduatoria europea, lontanissimi dai Paesi del nord che avvicinano le tecnologie già ai bimbi della scuola dell’infanzia. Quanto all’IA, solo una minoranza delle imprese ancora la utilizza. Per tutte vale il principio che il beneficio non è immediato. Su questo specifico tema si è poi soffermato Riccardo Fava, numero uno della centese Baltur. Si tratta dell’ultima delle dieci rivoluzioni umane, ha ricordato, tre delle quali esplose nell’ultimo mezzo secolo. Consente un aumento di produttività e di competitività. La IA è in parte “basica” (è un più potente motore di ricerca che supporta l’efficacia operativa e interviene soprattutto sulle attività ripetitive), e in parte “generativa” e quindi collegata a progetti ben più complessi, subordinati a un grande controllo umano. E’ insomma una tecnologia indispensabile che necessita di importanti investimenti, anzitutto in risorse umane.
Decisamente tecnico, infine, l’intervento di Fabio De Stefano, giovane Ceo di FD consulting, un “hacker buono” – così si è definito – che ha posto in luce, in particolare, i gravi e crescenti attacchi, avvenuti in Italia, ai nostri sistemi di informazione aziendali e pubblici. “Occorre incrementare la deterrenza” ha ammonito, mentre crescono le preoccupazioni sul fronte privacy: “Paghiamo la tecnologia con i dati che forniamo gratis”. Per la IA occorre un grande addestramento, bisogna saperla controllare ma in definitiva “essa amplifica ciò che l’uomo fa senza sostituirlo”.
La rivoluzione tecnologica, si diceva: avviene in un contesto complesso dove, secondo il vicepresidente Colla, “Tutto sembra diventato commerciale e bilaterale”. Non solo: nel momento in cui Europa e Stati Uniti dovrebbero “fare squadra” e difendersi da una Cina sempre più potente, ecco che arrivano i dazi contro il vecchio continente…E intanto occorrerebbe recuperare sovranità tecnologica perchè, “senza, non si mantiene nemmeno la sovranità politica”. Sullo sfondo, il rischio è quello di diventare contoterzisti. Ma il pericolo sovrasta un quadro oggettivamente positivo con l’economia emiliano-romagnola robusta, in testa alle classifiche “grazie a una manifattura unica al mondo che mette cultura e bellezza nei suoi prodotti, a una grande cultura del lavoro, alla sua straordinaria capacità relazionale e con un ceto medio evoluto, democratico e votato alla partecipazione”. In più la nostra regione è attrattiva grazie anche alla forte integrazione pubblico-privato: “Il modello è quello che conta”. Alberto Lazzarini