Panorama internazionale molto incerto
... ma l’Emilia Romagna sa reagire da par suo
Importanti riflessioni al tradizionale Forum estivo organizzato dai Rotary Estensi, capofila San Giorgio di Piano
In attesa di conoscere quanto pagheranno anche gli emiliano-romagnoli (comunque qualche miliardo) per gli sciagurati dazi di Trump, la tradizionale riflessione estiva dei Rotary estensi (capofila il club di San Giorgio di Piano, presidente Giovanni Leporati) è partita dalla persistente debolezza economica della nostra regione. A spiegarne i motivi erano stati invitati (giovedì 24 luglio al Zanhotel di Funo) il presidente della Regione Michele De Pascale, il direttore di Bankitalia Venezia (ex Bologna) Michele Benvenuti, il dirigente di Confindustria Gian Luigi Zaina e Massimo Arduini dirigente Credem, coordinati dal giornalista del Carlino Andrea Zanchi.
Dunque le difficoltà dell’Emilia-Romagna. Il governatore le ha definite inevitabili visto che la regione vive (e prospera) grazie alla manifattura e che la produzione industriale (italiana ed europea) segna negativo da 28 mesi. Se va avanti così “si rischia di cambiare il Dna del territorio”. Occorre, allora, un generale cambio di rotta e di marcia a cominciare dall’Europa (molto critico, a sorpresa, il suo giudizio sulla Von Der Leyen) che deve avviare “una diversa politica industriale” mentre l’Italia denota “la totale assenza di politiche industriali”. A livello regionale ci si deve impegnare per stabilizzare i costi dell’energia elettrica e intervenire sulla transizione digitale dove, peraltro, i 58 milioni disponibili in parte provenienti dall’Europa sono stati assegnati a tutti i richiedenti. Europa ancora sotto tiro sul versante “verde” dato che talune politiche di fatto danneggiano aziende come quelle del settore ceramico che sono “le più rispettose dell’ambiente al mondo”. In ogni caso, ha garantito De Pascale, la nostra regione non teme nulla: “È la punta di diamante al mondo in tanti settori: automotive, medicale, food, agromeccanico, ceramica, packaging…”
Quanto ai citati dazi americani, secondo il direttore di Bankitalia, si tratta di “una risposta sbagliata a problemi reali” e “basterebbe uno studente al primo anno di economia per capire che i dazi portano solo danno, a cominciare da chi li introduce”. Tant’è che il rating Usa è stato declassato (ha perso la tripla A dal 1919) e crescono i timori. Che fare allora? Andar giù duro: “L’Europa deve rispondere dove e come fa più male”. Indispensabile è dunque la coesione europea e il PNRR dimostra che un debito pubblico comune è possibile, utile e auspicabile. Più in generale “Non bisogna avere paura del sistema economico che cambia”. E ancora, riferendosi in particolare all’ambiente: “Investimenti che a breve sembrano non efficaci, frutteranno a lungo termine”.
Pare insomma finita l’epoca d’oro del libero scambio, ha poi commentato Gian Luigi Zaina. I dazi e altre barriere ostacolano la crescita mentre le imprese italiane soffrono a causa, anzitutto, dell’enorme costo dell’energia. In attesa del nucleare che verrà (fra 10 anni?) bisogna individuare alternative efficaci e intanto sostenere le aziende : “In Germania sono stati erogati 500 miliardi”. E ai dazi incombenti, che danneggiano soprattutto la meccanica, si risponde anche cercando altri mercati a cominciare da Mercosur (Sud America) e Africa. Sullo sfondo si accentua la lotta fra Usa e Cina, marginale la Russia, debole l’Europa che deve quindi rafforzarsi. Non aiutano, naturalmente, i dazi trumpiani che costeranno alle imprese e ai consumatori un incremento almeno del 30%. Importantissimo anche il rapporto con le risorse giovanili che vanno incentivate a rimanere o a tornare in patria dopo le necessarie esperienze all’estero. Ma, appunto, bisogna creare le giuste condizioni a cominciare da quelle economiche.
Naturalmente importante è il ruolo del sistema bancario: Credem “sta facendo la sua parte al fianco delle imprese e sul territorio” ha chiosato Arduini.
Ha concluso l’incontro l’ex governatore Rotary e dirigente bancario Adriano Maestri ricordando che l’incontro economico, sempre promosso e organizzato da Massimo Venturelli, si succede dal 2017 e sottolineando, in particolare, la necessità di un forte impegno per il ricambio generazionale nelle aziende, ancora “timido”. Alberto Lazzarini