Il Prof. Fabio Caputo, laureato in medicina all'Università di Bologna, è attualmente docente in gastroenterologia e patologie alcol-correlate all'Università di Ferrara. E' uno dei massimi ricercatori nell'ambito dei disturbi e patologie derivate dall'alcol, autore di innumerevoli pubblicazioni.
Il Prof. Caputo ha tenuto la sua interessante relazione con l'ausilio di molte diapositive ricche di dati, risultati di molte ricerche. E' partito con la definizione di unità standard di alcol; vale 12 gradi e corrisponde a circa una birra da 330ml, o al classico bicchiere di vino, o a un bicchierino di superalcolico. L'alcol di per sé non è un nutriente, ha delle calorie, ma non fa parte dei componenti della dieta mediterranea, è solo un optional.
Due punti importanti:
¨ L'alcol è vietato alle donne in gravidanza perché può avere effetti negativi sul feto.
¨ Non va assunto nell'età dello sviluppo, cioè prima dei 18 anni, in quanto non si sono ancora formati gli enzimi in grado di metabolizzare l'alcol.
Negli ultimi decenni sono stati pubblicati molti lavori per dimostrare che non esiste una dose sicura di alcol, anche moderate quantità assunte giornalmente aumentano il rischio di alcune tipologie di cancro. Esistono solo quantità a basso rischio: due dosi alcoliche giornaliere per gli uomini ed un dose sola per le donne. C'è differenza fra l'assunzione a digiuno od a stomaco pieno. A stomaco pieno, l'alcol viene assorbito molto più lentamente, soprattutto se si sono mangiati cibi ricchi di grassi. L'organo più importante per il metabolismo dell'alcol è il fegato, se viene sovraccaricato in continuazione è il primo organo ad ammalarsi pericolosamente. Un dato interessante è che non tutte le popolazioni metabolizzano l'alcol nello stesso modo, ed ad esempio i popoli asiatici sono generalmente più sensibili agli effetti dell'alcol.
L'uso continuativo dell'alcol può causare dipendenza, come altre sostanze (fumo droghe ecc...). L'uso della parola alcolista è diventata obsoleta, si preferisce parlare di disturbi da uso di alcol; c'è un motivo psicologico per questo cambiamento.
I picchi maggiori di persone con disturbi da alcol sono negli Stati Uniti, in Russia, ed anche nei paesi del Nord Europa. Ci sono delle stime per l'Italia, si pensa ci siano circa 800.000 persone con disturbi da alcol di cui solo una minoranza si cura, e si stimano 15.000 decessi attribuibili all'abuso di alcol.
Una brutta abitudine che hanno preso i nostri giovani, importata dall'estero, dai paesi anglosassoni, e il "binge-drinkink", ovvero bere 4-5 bevande alcoliche di seguito in una serata. E' molto dannoso, anche per il cervello, soprattutto per i giovani ancora in fase di sviluppo. Il Prof. Caputo ha ripetuto che secondo molti studi recenti l'alcol è comunque una sostanza cancerogena, e per l'uso quotidiano non esistono quantità minime sicure.
Esistono però anche degli studi che dimostrano che l'uso continuativo di moderate quantità di alcol protegge da malattie cardiache (infarti) ed ictus, e riduce la probabilità di decesso per queste patologie.
Il relatore ci ha intelligentemente illustrato un limite della maggior parte degli studi pubblicati fino ad ora; non tengono in considerazione gli stili di vita dei soggetti studiati, ma distinguono solo fra due categorie: bevitori e non bevitori.
E' seguito un vivacissimo e lungo dibattito, con innumerevoli domande. L'argomento era naturalmente di molto interesse per l'uso comune ed anche conviviale che abitualmente facciamo delle bevande alcoliche, soprattutto del vino. Molti interventi hanno cercato di puntualizzare i limiti di questi studi. Ad esempio si parla sempre di medie del consumo, non si fanno differenze fra bere 2 bicchieri al giorno o 14 bicchieri nel weekend. Difficilmente si tiene conto degli stili di vita oltre al bere: alimentazione, sedentarietà, fumo ecc... Non si riesce a misurare quanti e quali inquinanti ambientali influiscono sui risultati. Si è poi parlato delle etichettature con avvertenze (come sulle sigarette) che forse si potranno mettere sulle bottiglie di vini e liquori, ed infine anche della pubblicità sugli alcolici. L'argomento ha coinvolto ed interessato tutti i presenti, solo il suono della campana ha potuto porre fine alla serata. Primo Zannoni