Relatrice della serata la dottoressa Patrizia Galliani, consorte del nostro socio Giorgio Garimberti.
Patrizia, laureata in lettere, docente per molti anni di italiano e latino presso il liceo classico, ci ha intrattenuti con una dotta relazione su Dante e sulla Divina Commedia. Serata organizzata dal nostro Club, presidente Michele Montanari; presente il Club di S. Giorgio in Piano, presidente Giovanni Corona.
Patrizia ha esordito partendo dalle figure di due donne: Gemma Donati (la moglie di Dante) e la famosa e amata Beatrice, di cui Dante ha scritto tanto. Dante, in tutta la sua immensa opera non ha mai nominato la Moglie Gemma. Patrizia ha letto un sonetto scritto da Dante per un suo amico: Forese Donati. Fra poeti usava scambiarsi sonetti scherzosi. Nel sonetto di Dante a Forese, lo accusa di non adempiere ai doveri coniugali, e che la moglie Nella era sempre raffreddata anche in agosto! Nella risposta di Forese ci si poteva aspettare qualche battuta sulla moglie di Dante, invece niente! Dante incontra Forese Donati nel canto 23 del Purgatorio, fra i golosi. I golosi hanno un aspetto devastato e soffrono la fame, Dante lo riconosce solo dalla voce. Dante si meraviglia che Foreese sia già salito molto in alto nel purgatorio; chi si pente prima di morire deve fare delle lunghe attese nell’antipurgatorio. Il merito di essere salito è della moglie Nella, delle sue preghiere e dei suoi pianti. C’è una rivalutazione di Nella, inoltre c’è il concetto che i suffragi dei vivi sono importantissimi per i defunti.
Di Gemma Donati esiste un documento chiamato instrumentus Dotis del 1276, Dante non aveva ancora compiuto 12 anni, è un contratto fra i genitori di Gemma ed i genitori di Dante con il quale si impegnano ad un matrimonio futuro per i figli. Gemma alla morte di Dante grazie a questo documento (secondo le leggi del tempo) ottiene una rendita annuale in proporzione alla dote che era stata corrisposta nel matrimonio. Patrizia ci ha fatto notare come matrimonio ed amore fossero cose ben divise, ed il matrimonio serviva soprattutto per alleanze fra famiglie e per motivi economici (la dote)
Personaggio fondamentale nell’opera di Dante è Beatrice. Beatrice muore nel 1290 a 25 anni. Dante gli dedica l’opera : la Vita Nuova. Dante l’incontra quando aveva 9 anni e poi dopo altri 9 anni. Il 9 non è un numero casuale, ma è 3x3 e il numero 3 è molto ricorrente in tutta la divina commedia: 33 canti per ognuna delle 3 cantiche (inferno, purgatorio, paradiso). Tre rappresenta la Trinità. Beatrice ha una valenza simbolica, è la guida verso il cielo.
Per Dante le sacre scritture, oltre alla veridicità storica, hanno un significato simbolico. Così Beatrice ha una sua fisicità, è figlia di Folco Portinari e moglie di Simone Dè Bardi, ma è anche una guida spirituale per collegarsi a Dio. Patrizia ci ha introdotti nel famoso 5° canto dell’inferno dove sono i lussuriosi, coloro che si sono fatti travolgere dalla passione e dal desiderio. Sono perennemente travolti dalla bufera infernale; rappresenta un contrappasso per analogia. Dante incontra due ombre che vagano in coppia, come 2 colombe, sono Paolo e Francesca. E’ uno degli episodi più conosciuti della Divina Commedia. Patrizia ci ha letto i versi più famosi e ci ha fatto notare come Dante tratti con gentilezza e partecipazione questi personaggi. Francesca giustifica quello che è successo incolpando la forza dell’amore. Dante è molto turbato, ed alla fine sviene travolto dall’emozione: “caddi come corpo morto cade”. Dante pur capendo l’amore di Francesca e sia partecipe del suo mondo, la pone comunque all’inferno.
Un altro episodio importante e famoso è la vicenda di Ulisse. Ulisse si trova al 26° canto dell’inferno.
E’ posto fra i consiglieri fraudolenti. I peccatori sono diventati delle fiamme, una di queste fiamme è biforcuta e ci stanno dentro Ulisse e Diomede. Ulisse racconta la sua storia che non corrisponde a quanto racconta l’Odissea, nella quale ritorna ad Itaca. Ulisse racconta che quando abbandonò Circe non pensò alla sua famiglia che l’aspettava, ma mosso dalla voglia di conoscere il mondo, con una sola nave ed i pochi compagni rimasti si diresse nel mare aperto per superare le colonne d’ Ercole, che erano il limite del mondo conosciuto ed abitato. Dice Ulisse: “fatti non foste per viver come bruti, ma per seguire virtude e conoscenza”. Superate le colonne si diressero a sud verso l’emisfero Australe che si pensava fosse l’emisfero delle acque, ed ad un certo punto intravidero il monte del Purgatorio, lo stesso monte su cui poi salirà Dante passando per l’inferno. In vista del purgatorio la nave di Ulisse, per una tempesta, naufraga ed affonda. Questo canto sottolinea la differenza fra l’uomo pagano Ulisse, sia pure fortissimo, che conta solo sulle proprie forze e Dante (il pellegrino) che accetta la guida di Virgilio e di Beatrice e farà i 3 gradini: la contrizione del peccato, la confessione e l’espiazione, per raggiungere la salvezza. Dante riuscirà nell’impresa, negata ad Ulisse, di salire il purgatorio.
Un altro episodio che ci ha presentato, si trova nel 3° canto del purgatorio e riguarda Manfredi, re di Sicilia. Dante immagina che Manfredi si sia pentito in fin di vita e che si trovi nell’antipurgatorio. Manfredi chiede a Dante di raccomandare a sua figlia Costanza di pregare per lui, per facilitare la sua salita nel purgatorio. Ancora una volta ci racconta che le preghiere dei vivi sono di aiuto ai defunti. Manfredi era stato scomunicato dai papi ed era morto scomunicato, ma aveva pregato Dio che con la sua bontà infinita l’aveva perdonato.
Tutti abbiamo seguito col massimo interesse la bella relazione di Patrizia ed alla fine c’erano ancora ben 40 collegamenti attivi. Molti si sono complimentati col la dotta relatrice che ci ha fatto vedere Dante in una luce profonda ed interessante, cosa che purtroppo succede raramente sui banchi di scuola! Primo Zannoni