Dopo gli inni, il nostro presidente Michele Montanari ha salutato i numerosi presenti (oltre 50) ed ha dato la parola al presidente del Club di Poggio Renatico Massimo Mangolini che ha presentato il relatore della serata: il dott. Nicola Conti.
Il dott. Nicola Conti, di formazione informatica, si è specializzato nell’ambito della protezione dei dati e della sicurezza delle informazioni e, nonostante la giovane età, ha accumulato molte esperienze ed è Lead Auditor (responsabile della verifica) di sistemi di gestione per la sicurezza delle informazioni ISO 27001 (lo standard internazionale per la sicurezza delle informazioni) è esperto di computer forensic: la branca che si occupa dei dati digitali utilizzabili come prova nei processi. Il relatore ha esordito affermando come la cyber security non sia solo una moda, ma abbia delle implicazioni economiche, politiche e sociali.
Danni economici che le ditte possono subire per la perdita dei dati, il blocco della produzione e i ricatti.
Problemi politici per lo scontro fra nazioni; la guerra non si fa solo coi fucili, ma si può fare anche con un personal computer.
Problemi sociali perché i così detti “smart phone” in realtà sono dei piccoli computer sui quali mettiamo enormi quantità di dati che riguardano noi ed i nostri familiari.
L’attacco attraverso la posta elettronica è ancora il sistema più diffuso perché tutti leggiamo regolarmente la posta. Arrivano mail con l’intestazione dell’Agenzia delle Entrate, delle Poste, delle Banche, con la richiesta di mandare l’aggiornamento dei dati o di cliccare sugli allegati. Negli ultimi anni stanno aumentando esponenzialmente i dispositivi connessi ad internet, dalle auto agli elettrodomestici, ed ognuno di questi dispositivi può avere dei problemi di sicurezza. Ci sono gli assistenti vocali che praticamente sono sempre in ascolto e sono stati perfino utilizzati in tribunale come testimoni.
Si parla di Internet delle Cose (Internet of Things): tutti i dispositivi domestici moderni, dai termostati, agli elettrodomestici, agli assistenti vocali, ai televisori, di fatto sono tutti collegati ad internet. L’aumento del numero dei dispositivi aumenta i punti di possibile attacco e quindi la necessità della protezione.
Siamo nella società dell’informazione, ma mentre l’informazione tradizionale coincideva col supporto fisico: disegni su carta, libri ecc… quindi era facilmente difendibile, ad esempio chiudendola in cassaforte.
L’informazione moderna è immateriale, svincolata dal supporto fisico ed alla fine è composta solo da una serie di bit. Questo tipo di informazione può essere facilmente copiata, modificata, diffusa, falsificata od addirittura distrutta.
Il relatore ci ha raccontato degli esempi: quello di un modello di una smart TV Samsung che era sempre in ascolto; e hanno dovuto consigliare gli acquirenti di non dire cose compromettenti in casa!
Ci sono poi rischi elevati per i dispositivi medicali, che trasmettono dati vitali, ma un hacker potrebbe interagire con questi dispositivi.
L’hacker non è il personaggio stereotipato del ragazzino chiuso nella sua stanza, ma è più spesso una organizzazione criminale.
Ci ha raccontato di alcuni casi emblematici:
L’arresto della produzione di 2 fabbriche della “Maschio” in Veneto, con centinaia di dipendenti in cassa integrazione per alcuni giorni.
La ditta Geox che si è fermata ed ha subito un grosso danno sulla gestione del magazzino, ferma per 2 giorni.
Alcuni ospedali sono stati attaccati col così detto ramsonware (riscatto). Una tecnica che blocca tutti i dati e chiede un riscatto per sbloccarli.
Sono tutte vulnerabilità di sistema a cui occorre porre rimedio.
Altra tecnica molto diffusa è il phising. Arriva una mail mascherata che sembra inviata dalla nostra banca e ci chiede dei dati, ad esempio le password. Una volta queste mail erano inviate a caso, per cui sapevamo che se arrivava da una banca con cui non avevamo conti non era vera; ora si sono affinati ed i messaggi arrivano soprattutto da contatti che abbiamo realmente. Questo succede perché i dati personali vengono rubati ed utilizzati per questi attacchi mirati.
Ingegneria sociale. E’ una tecnica usata per indurre gli utenti a compiere certe azioni. Se apriamo una lettera di phising non succede niente, ma se clicchiamo sul link subiamo l’attacco, quindi siamo noi che siamo responsabili di quanto accade. Occorre tanta formazione per creare consapevolezza, questa è la parola chiave della serata.
La consapevolezza potrebbe essere definita come il miglior antivirus !!!
L’informazione rappresenta un bene per l’azienda ed ha un valore che va protetto. L’informazione infatti contiene tutte le conoscenze dell’azienda e perderle può essere molto grave.
La sicurezza deve garantire 3 cose: la disponibilità dei dati, la riservatezza, l’integrità. La sicurezza non è una moda, non è un prodotto che si acquista al supermercato, ma è cultura, cioè educazione e formazione, ed è un servizio ed una risorsa; è anche un obbligo perché ci sono delle normative da rispettare.
Ci sono delle guide per approcciarsi alle cyber security, non c’è da inventare niente di nuovo, ma c’è da informare e da formare.
Alla fine della dotta e interessante relazione ci sono state molte domande per approfondire o chiarire vari aspetti. Ci siamo lasciati, alla chiusura della serata, con la consapevolezza dell’importanza degli argomenti trattati che interessano tutti. Primo Zannoni