Un piccolo ma motivatissimo gruppo di soci e di ospiti del Rotary Club di Cento nella mattinata di Sabato 24 Settembre ha risalito in automobile la valle del fiume Enza, in provincia di Reggio Emilia, raggiungendo di buon'ora Selvapiana. Questa località, situata a circa 500 metri di altezza sul livello del mare, ospitò a più riprese tra il 1341 ed il 1345 Francesco Petrarca, in quel periodo alla corte del signore di Parma Azzo da Correggio, intento alla composizione del poema “Africa”. L' interesse del gruppo non era però di tipo letterario, ma quello di vedere come si produce quel capolavoro di formaggio che è il Parmigiano-Reggiano (“formadio” era stato denominato dai monaci che nel Medio Evo avevano messo a punto la sua tecnica di produzione). Il Rotary è stato accolto con cortesia davvero signorile dal presidente della cooperativa titolare del caseificio ed accompagnati nella visita dal dott. Glicerio Dugoni, professore emerito di tecnologia casearia nell'Istituto Agrario di Reggio nell'Emilia. In circa due ore è stato possibile seguire passo passo l'intero processo che porta dal latte al prodotto finale, la forma. Sono quindi stati visitati gli impianti di salatura ed il magazzino di stagionatura, dove riposano oltre ottomila forme.
E' poi seguita una parte finale nella quale il professore ha spiegato alcuni rudimenti della fisiologia del gusto ed ha descritto le caratteristiche del formaggio a seconda del mese di produzione e della sua stagionatura. Quindi l'esame finale: degustazione critica di tre stagionature diverse. Tutti promossi, e senza raccomandazione! Dopo una passeggiata sul crinale che ha permesso di riprendersi dallo stress, il nostro drappello si è cimentato, presso la trattoria “Petrarca”, situata di fianco al caseificio, in una temeraria sfida con salame di Felino, quattro tipi di tortelli della cucina reggiana tipica, coniglio arrosto, agnello impanato e fritto, guanciale in umido, zuppa inglese, lambrusco reggiano. Anche qui nessuno ha fatto brutta figura ed il Club di Cento ha lasciato un buon ricordo. Nel primo pomeriggio poteva sembrare al di sopra delle possibilità la visita ai ruderi del castello di Canossa, situata al di là della valle; ma la forte fibra dei rotariani e la bravura del professor Mario Bernabei, che ha introdotto nel periodo storico ed ha in gran parte guidato la visita, hanno di nuovo avuto la meglio ed è stato affascinante ripensare, sul luogo nel quale avvenne, all'incontro tra il papa Gregorio VII e l'imperatore Enrico IV al cospetto della contessa Matilde, che avrebbe dovuto porre fine alla lotta per le investiture. In particolare la figura di Matilde è apparsa viva ed intraprendente come non mai. Sulla via del ritorno breve visita alla rocca di Rossena, baluardo difensivo di Canossa in perfetto stato di conservazione a motivo della sua costruzione su di un blocco di roccia vulcanica.
Vivo l'interesse dei partecipanti. In particolare è stato auspicato un approfondimento della figura di Matilde di Canossa, donna di cultura e di fede ma anche anticonformista e promotrice della dignità femminile, stratega e condottiera, ma anche attenta alle condizioni di vita dei suoi sudditi e secondo alcune leggende promotrice dell'istituto delle Partecipanza Agraria che tanta importanza ha avuto nello sviluppo della nostra comunità.
(P.S.: montando le foto ho avuto un “sobbalzo” sulla sedia in quanto ho intravisto una persona fra i presenti con le sembianze di un socio … assomiglia a Toffanetti … . BENTORNATO LEO !!!
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Alcuni momenti della giornata