Una serata coi fiocchi, quella di venerdì 14 giugno in CIGA a Finale Emilia. Il nostro Claudio Sabatini, con il socio Flavio, ci ha regalato un incontro speciale (si allunga la favolosa serie…) all’insegna della convivialità, della spensieratezza, dell’amicizia ma anche della riflessione; il tutto ammantato da un “ingrediente” tipico del Sabatini-pensiero-azione: l’ospitalità. E che ospitalità.
Duecento ospiti hanno dunque preso parte alla serata rotariana con molti soci (c’erano anche Giulio Bargellini e Giorgio Tosi, festeggiati, bentornati) e altrettanti ospiti, subito “ingaggiati” dai bravissimi cuochi impegnati con favolose specialità a base di frittelle, gnocchini fritti (diverse le versioni) e salumi (poi tutto il resto). Al suono della campana azionata dall’ottimo presidente Alessio (avete visto come è bravo?), l’attesa è tanta per il pezzo forte dell’incontro: l’intervista al Mitico Villa, il roccioso difensore del Bologna anni’80/’90: due cosce così, una determinazione che non ti dico, una passione uguale e un cuore grande che a distanza di anni, con altrettanta fortuna e risultati, ha saputo traghettare in un campo che solo apparentemente sembra minore: l’insegnamento del calcio ai giovanissimi. Renato sale sul palchetto allestito per l’occasione e risponde alle tante domande che gli pongo. Ne esce – lo hanno riconosciuto tutti – un personaggio pressoché unico, ma soprattutto una persona; già, perché di persone vere, nel mondo di oggi e soprattutto in quello del calcio, non ce ne sono tante.
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Classe 1958, cremonese di nascita, ma bolognese di adozione, Renato Villa, è un calciatore in Serie C per diversi anni. Arriva all’Orceana ma nel 1986 ecco il salto e che salto: passa al Bologna. Titolare subito nell’87-88 in serie B: difensore centrale rapido e roccioso, è uno degli artefici della promozione in A dell’indimenticata squadra allenata da Gigi Maifredi.
4 anni da protagonista in rossoblù. 194 presenze con 6 goal uno dei quali contro la Triestina: sale dalla panchina al posto del centravanti titolare, entra in campo e segna. Che goduria. Da stopper tosto, anzi tostissimo, si misura con tutti i migliori attaccanti – e che attaccanti – del periodo: da Maradona a Van Basten e Gullit, da Careca a Bruno Giordano, Elkiaer e Pasculli ma anche Tacchi, Rui Barros, Caniggia e Ian Rush. Capacità e carattere, fede e speranza, applicazione e sacrificio. Amatissimo. Un mito. Anzi: il Mitico. Gianni Morandi gli dedica il suo grande successo Uno su mille in occasione della festa del Bologna allo stadio Dallara. Si ritira nel 91-92 con tanto rimpianto fra i tifosi ma con una valigia di soddisfazioni che ancora si porta dietro perché nessuno l’ha dimenticato. Gli uomini – intesi come persone – non cadono nell’oblio.
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Claudio fa proiettare sullo schermo gigante un mix di foto e immagini filmate della carriera del Mitico che osserva con curiosità. Dalla scorza del viso indurita dai tanti anni trascorsi sui campi e campetti di calcio emerge una nota di tristezza e di rimpianto. Ma è solo un attimo, perché la vita continua e anche oggi si possono – si devono – fare cose grandi. E lui le fa. Ma alle sue spalle c’è un passato mitico, come il nome che gli attribuì… chi?: ”Fu Lucio Dalla, il grande tifoso del Bologna”. Il Bologna come un sogno: da magazziniere-operaio in un’oscura fabbrica del Bresciano a calciatore in serie B. Corioni e Maifredi lo pescano dall’Orceana. A Bologna diventa una bandiera. Promossi in serie A, i rossoblù incontrano le big e i big del campionato. Maradona è fermato da Renato e l’argentino vuole conoscere questo …ostacolo. Il suo contratto finalmente lievita: è allora il tempo (come tutti i calciatori) dell’inevitabile trittico milioni-donne-champagne? “Ma no: ero già sposato, sono astemio e poi tutti questi soldi…”
Incontra arbitri sensibili (“Casarin si preoccupò del mio naso rotto in uno scontro di gioco”) e fetenti. Giocatori veri e marionette.
Ingiustizie? “Beh, la sudditanza psicologica verso le grandi squadre c’è da sempre”.
Mai espulso benché roccioso e grintoso, corretto e uomo-squadra, molti allenatori l’avrebbero voluto con sé. Già, anche la Juventus, alla quale però “Preferii non andare”. Coerente, da antijuventino.
E’…cambiato qualcosa da allora? “Tutto: giocatori, procuratori, società”.
E oggi Mitico Villa? “Oggi continuo con i ragazzi” e così dà vita a un camp “21 anni di divertimento insieme” che significa uno stage calcistico dedicato ai ragazzini per migliorare la tecnica di base. Gli sono a fianco ex giocatori di serie A fra i quali Pietro Mariani (Torino, Venezia e naturalmente Bologna nel suo carnet) che ha accompagnato Renato alla serata finalese. Il camp ha una valenza tecnica, come detto, ma serve soprattutto a far crescere, in modo sano, questi bambini. I camp si svolgono a Sestola, Arcevia, Matera e in Sardegna. Qui Villa il Mitico dà ancora e come sempre il meglio di sé, da uomo vero: molti fatti e poche (anzi nessuna) chiacchiera. Ciò che conta è l’esempio.
Alberto Lazzarini