"Zuppi-pensiero Social sì, social no L’arcivescovo all’interclub Rotary"
“Auguro al Rotary e a voi rotariani di continuare a realizzare i vostri sogni”. Ha esordito così l’arcivescovo di Bologna monsignor Matteo Zuppi, all’interclub che si è svolto mercoledì 8 maggio a Villa Beatrice ad Argelato. L’iniziativa era stata promossa dai tre club dell’area estense che operano nella diocesi di Bologna: San Giorgio di Piano (capofila), Cento e Poggio Renatico.
Zuppi ben conosce l’attività del nostro movimento che – è la verità – traduce in realtà molti sogni, aspirazioni, attese di intere popolazioni (pensate al Terzo mondo) e di comunità locali, all’ombra dei nostri campanili.
Spirito di servizio, impegno civile e voglia di crescere culturalmente sono alla base del “sentire rotariano”. E fra questi temi figurano anche quelli più di attualità, come ad esempio il ruolo, i vantaggi e le preoccupazioni suscitati dai social: di questo si è appunto occupato monsignor Zuppi che ha in apertura ricordato quanto la rete sia importante nella formazione e nella vita dei giovani; la stessa Chiesa, ha sottolineato, ha dato vita a un sinodo (riunione di vescovi) ad hoc e ha guardato “con speranza” questo mondo così complesso.
L’arcivescovo (come sempre molto diretto e schietto, quanto gioviale e simpatico) non ha nascosto che qualche timore, da parte sua, di fronte ai nuovi mezzi di comunicazione, lo nutre. Facebook, ha osservato, ha un che di “impudico” perché mette in piazza se stessi o altri lo fanno verso terzi. Semplifica troppo, appiattisce i sentimenti, banalizza. Intanto l’ego si gonfia… ”Molti pensano di diventare influencer…”. Più che i contenuti vale la modalità con la quale lo veicoli.
Ma i social, ha poi affermato, sono anche uno strumento importante di conoscenza (enciclopedie a portata di mano) e di partecipazione.
Molti i lati positivi, dunque, ma, come si diceva, i social tendono a coinvolgerti per schierarti: bianco o nero, pollice verso? La vita invece comprende un’area grigia o quantomeno pretende (pretenderebbe) più tempo per approfondire, per capire. Intanto, più siamo soli e più abbiamo bisogno dei social: ecco il grande inganno, segno di dipendenza.
L’esperienza cristiana passa attraverso il discernimento: lo strumento per comprendere cosa c’è di buono e cosa no. Sempre nel segno del bene comune, della verità, della persona. “La Chiesa non diventerà mai un gruppo di WhatsApp“ ma è impegnata a comprendere il fenomeno e a utilizzarlo al meglio. L’incontro sul web può essere positivo ma poi – pensiamo a chi sta male – non basta. Lo stesso Papa spesso usa parole e gergo tratti dalle nuove tecnologie.
Molti gli applausi a conclusione dell’intervento. La serata era stata introdotta da Giovanni Leporati, con interventi dei presidenti dei club Fabio Govoni, Alessio Cremonini e Paola Zanella. Il Governatore Paolo Bolzani ha sottolineato l’importanza della serata e ha consegnato all’arcivescovo una medaglia bronzea presidenziale e una spilla degli operatori della pace.
Alberto Lazzarini
Assistente del Governatore
Area Estense